Molto gradito lo spettacolo dedicato all’opera

 Rovigo, Veneto –Serata piacevolissima quella offerta al pubblico rodigino dal gruppo dei violoncelli di ‘RovigoCelloCity’: un concerto che ha alternato i più famosi brani d’opera per soli strumenti con altrettanto noti e amati duetti e arie da opere indimenticabili, affidati alle voci della soprano Chiara Crepaldi e del tenore Martin Susnik. 
   Giunto alla IV edizione, il Festival dedicato ai giovani talenti del Conservatorio ‘F. Venezze’, studenti delle classi dei maestri: Luca Simoncini, Luca Paccagnella e Luigi Puxeddu, guidati dallo stesso Puxeddu, hanno dato prova di grande impegno e passione, qualità esaltate al massimo dai violoncelli solisti: Riccardo Giovine, Leonardo Duca e Michele Ballo. E nello spirito della gioia che dona la musica e la sua condivisione, la serata è iniziata con ‘L’inno alla gioia’, di Friederich Schiller, finale vocale della sinfonia n.° 9 di Ludwig van Beethoven, diventato, nel 1972, l’inno dell’ Europa.
   In sequenza, tra scrosci di applausi, sono stati sintetizzati: l’ Ouverture dal ‘Guglielmo Tell’, e ‘Une Larme’, tema e variazioni’, di G. Rossini; il tema ‘Dal tuo stellato soglio ‘, dal ‘Mose’, di G. Rossini e N. Paganini; la ‘Meditation’, da ‘Thais’, di J, Massenet; l’ Intermezzo’, dalla ‘Cavalleria rusticana’, di P. Mascagni. A seguire: l’Ouverture da ‘I Masnadieri’, di G. Verdi e l’ Intermezzo’da ‘Manon Lescaut’, di G. Puccini.
Il repertorio vocale, affidato alla voce di Martin Susnik, molto apprezzato dai presenti, ha registrato l’esecuzione di  ‘Una furtiva lagrima’, da ‘L’elisir d’ amore’, di G. Donizetti;
‘E Lucevan le stelle’, da ‘Tosca’ di G. Puccini; ‘Nessun dorma’, da Turandot, di G. Puccini; ‘O soave fanciulla’, da ‘La Boheme’, di G. Puccini.
Chiara Crepaldi, a sua volta, ha interpretato, con brio gioioso, la ‘Romanza della Vilja’ da ‘La vedova allegra’, di F. Lehàr; ‘Vissi d’arte’, da ‘Tosca’, di G. Puccini; ‘O mio babbino caro’, da ‘Gianni Schicchi’, di G. Puccini, per concludere con la spumeggiante aria a tempo di valzer ‘Libiamo, Libiamo nei lieti calici’, da ‘ Traviata’, di G. Verdi, riproposta in duetto con Martin Susnik per il gran finale.
    Affollato il tempio Della Rotonda, luogo prescelto per le aperture dei festival, e commenti entusiasti da tutti i partecipanti per il ruolo che la musica ha assunto nel  contesto
culturale della città e la notorietà che questa iniziativa sta diffondendo in giro per l’Italia, grazie a lezioni e  masterclass che completano il programma dei concerti.
Lauretta Vignaga