Feste e maschere a Venezia. Mostra fotografica di Dario Barin
Rovigo, Veneto – A Venezia e al suo famosissimo Carnevale è dedicata la raccolta di foto realizzata da Dario Barin ed esposta nello   spazio del Circolo Culturale Arti Decorative fino al prossimo  25 febbraio.  Una esposizione che arriva esattamente dieci anni dopo la prima mostra, realizzata da Barin sullo stesso tema. Una scelta perseguita con ostinazione in quanto, secondo l’autore delle immagini, “Il carnevale di Venezia non esiste; è  solo una manifestazione ad uso dei turisti”.  E ha aggiunto: “La città lagunare non aveva un periodo specifico dell’anno in cui travestirsi e andare in giro per  calli e campielli a farsi guardare.  La  vittoria sul vescovo di Aquileia, che aveva tentato di conquistare la repubblica Marinara, era un motivo più che valido per indossare la ‘Bautta’ e andarsene in giro senza farsi notare. Anche il ‘volo dell’angelo’ è una invenzione per i turisti. La salita sul campanile di san Marco era affidata ad un turco in quanto la Basilica non era di proprietà del vescovo ma del Comune che l’aveva fatta costruire e le feste erano indette  dal Doge e, per la ricca nobiltà, duravano tutto l’anno”.
Ogni sestiere – ciascuna delle 6 parti in cui era divisa Venezia – aveva un protettore e le feste venivano organizzate in date diverse. La peste cancellò tutto questo e barche e gondole furono dipinte di nero. L’arrivo di Napoleone cancellò  ogni festa e la cosa si protrasse anche con l’arrivo degli austriaci.  La belle E’poque spostò i festeggiamenti negli alberghi di lusso, finchè, nel 1850, “La compagnia della Calza’ riportò in auge le feste, ma per attirare i turisti, diventando solo un pretesto per mettersi in costume. Era il doge che dava il permesso di sfilare mascherati e in costume e queste manifestazioni assunsero valore culturale per le diverse etnie e scuole sostenute dalle diverse Confraternite. Le feste vere e proprie si svolgevano nelle diverse isole e  coinvolgevano soprattutto i bambini.  Gli ultimi ad arrivare per fare festa sono stati gli stranieri. Oggi al Carnevale non ci sono più i personaggi della Commedia dell’arte o i privati cittadini che si pavoneggiano nei loro strabilianti costumi.  Ci sono solo maschere che coprono un’altra maschera senza significato” –  ha concluso l’ospite del Circolo.
Lauretta Vignaga