Rovigo, Veneto – Ospite della galleria d’arte di via Angeli,43, assieme all’artista Daniela Antonello, Christian Bergantin suscita l’interesse di molti collezionisti e appassionati di avanguardie artistiche che rivendicano una indipendenza espressiva lontana da suggestioni e da stili che non riguardano il semplice recupero  e il reimpiego di materiale  recuperato, ricostruito e investito di nuova identità.
Nato a Cavarzere, nel 1972, Bergantin è un autodidatta che si forma leggendo e studiando i libri d’arte dei maestri che hanno fatto grande l’arte italiana dal ‘200 al ‘900. Un pò alla volta  acquista un suo stile rielaborando l’esempio dei maestri dell’espressionismo e dell’astrattismo. Si avvicina agli artisti più noti  del periodo: Jasper Johns, Pollock, Basquiat, Bacon e tiene contatti diretti con: Burri, Schifano, Vedova.  Determinante per la sua formazione la frequentazione degli artisti del gruppo ‘CoBra’, avanguardia artistica nata in Europa  tra il 1948 e il 1951. Si impegna con tenacia e acquista sicurezza e maturità. La sua capacità espressiva si rafforza e la continua ricerca di mezzi di supporto e di espressioni innovative confermano la sua volontà di emergere e di mettersi in gioco. Partecipa a mostre e concorsi di pittura e i risultati lusinghieri cominciano ad arrivare; sue opere sono presenti in molte collezioni private.
La sua arte viene classificata come ‘arte povera’; una definizione che Christian Bergantin non gradisce in quanto: “Il valore di un oggetto si  misura sulla base di quello che contiene o di ciò a cui viene collegato” – ribatte – non di ciò che lo compone”.

Determinante nella produzione di oggetti Di Bergantin è l’uso della materia su cui i colori hanno una forza dirompente.    Molto comune  l’ impiego  e il rifacimento di oggetti scartati, ricostruiti con vernici, pezzi di altri materiali, spatole, colla,  stucco.  In esposizione: cassette recuperate con aggiunta di listelli di legno piegati e fissati con chiodi; cassette di cartone assemblate con altri materiali  e trattate con pannelli di plastica che diventano nuovi contenitori. Altri oggetti in legno, dipinti a olio e decorati con scene di vita, mettono in mostra pannelli di plastica trattati con il fuoco. Per altri ancora, la pittura a larghe fasce nere e sagome umane conferiscono all’oggetto un tocco di insolita novità.

Lauretta Vignaga